Lo studio Agcom: nei 141 distretti censiti dell'Istat solo il 2% degli edifici è raggiunto dalla fibra ottica. Al Nord i dati peggiori
Le infrastrutture internet moderne, veloci, hanno dimenticato le aziende italiane. Solo il 2 per cento dei numeri civici nei distretti industriali è raggiunto da fibra ottica. Appena il 26,3 per cento può avere la banda ultralarga. E addirittura c’è un numero considerevole di casi - il 7,7 per cento - che non è coperto nemmeno dalla banale Adsl.
Sono i dati (giugno 2018) di uno studio fatto da Agcom (Autorità garante delle comunicazioni), sui 141 distretti censiti dall’Istat. Il primo a utilizzare, in questo ambito, una metodologia puntuale. Il risultato è ben più sconfortante, rispetto ai dati divulgati finora dagli operatori (che seguono una metodologia approssimata). La conseguenza è che le aziende italiane viaggiano lente su internet: molte viaggiano intorno ai 10 Megabit, le più fortunate intorno ai 100 (secondo i dati Agcom).
E a Nord va mediamente peggio. Come a Como, nel noto distretto del tessile, che pure avrebbe bisogno di internet veloce per sostenere l’export: solo l’1,3 per cento dei civici ha la fibra. Il dato si ferma all’1 per cento dell’importante distretto di Treviso (della plastica). All’1,7 per cento a Novara (chimica, petrolchimica, prodotti in gomma e materie plastiche). Il distretto della ceramica di Civita Castellana (Lazio) si ferma allo 0,4 per cento con la fibra (e al 1,3 per cento con la banda ultralarga).
Contro il 6 per cento del distretto di Andria-Barletta (il Sud ha potuto godere di molti più fondi europei). Meglio va in Emilia Romagna, grazie agli investimenti della Regione (8 per cento nel lattiero-caseario di Reggio Emilia).
“Gli operatori italiani hanno investito meno proprio laddove ce n’era più bisogno: dei distretti industriali del Nord”, commenta Claudio Leporelli, ordinario alla Sapienza di Roma e tra i più noti esperti di banda larga (è stato consulente di varie istituzioni di settore, tra cui Agcom, e operatori). La copertura dei distretti industriali è infatti molto peggiore rispetto a quella delle famiglie, dove è al 60,6 per cento (secondo Agcom).
Il piano banda ultralarga governativo (con fondi pubblici) proverà a compensare queste lacune nei prossimi anni, soprattutto nella sua seconda fase, che però è ancora alle prime battute. Sono 3,5 miliardi di euro (di cui 1,3 per l’incentivo alla domanda), che il vicepremier Di Maio si è appena impegnato a sbloccare, in audizione alla Camera nei giorni scorsi.
Fonte: Repubblica.it
Questo sito utilizza cookies
tecnici di terze parti per l'analisi
aggregata del traffico allo scopo di ottimizzarne
navigazione e contenuti.
Per maggiori informazioni, consultate la privacy policy del sito.
X