Internet super veloce lascia ancora scoperte intere zone d'Ítalia, cosiddette "aree bianche", considerate poco remunerative. Di qui la necessità di un intervento pubblico per mettere la rete a disposizione di tutti gli operatori che vorranno attivare servizi per cittadini e imprese: era questo l'obiettivo della "Strategia Italiana per la Banda Ultralarga", approvato dal Governo italiano nel lontano marzo 2015, ma ancora lontano dall'obiettivo.
A sostegno del piano arrivano anche i fondi dell'Unione europea, che ha deciso di finanziare con oltre 573 milioni di euro la diffusione della banda larga veloce su tutto il territorio nazionale, garantendo l'accesso a Internet veloce in oltre 7mila Comuni italiani, per più di 12 milioni di cittadini - il 20% della popolazione - e quasi 1 milione di imprese. Attualmente, come si può vedere nelle stesse mappe pubblicate dal ministero dello sviluppo economico, la banda superveloce raggiunge meno del 15% delle unità immobiliari (dati di Infratel, società in house del ministero dello Sviluppo economico). Il progetto annunciato dalla Commissione Ue, destinato a velocizzare la realizzazione delle infrastrutture di telecomunicazione fisse e mobili, utilizzerà fondi destinati alla politica di coesione, che potranno essere usati a copertura del 60% dei costi delle iniziative. A essere maggiormente interessate saranno le cosiddette aree "a fallimento di mercato", o "bianche", in cui l'accesso all'Internet veloce non è disponibile: l'intervento pubblico in queste zone è infatti sempre più indispensabile per correggere le disuguaglianze sociali e geografiche - il cosiddetto "digital divide" - , e rappresenta quindi non solo uno strumento di emancipazione economica ma anche di coesione sociale e territoriale. L'intervento complessivo dovrà essere completato al massimo entro la fine del 2020.
La Strategia nazionale per la banda ultralarga, di cui fa parte il programma, punta ad assicurare una velocità di connessione a internet pari a almeno a 100 megabit al secondo (Mbps) nell'85% delle case italiane e in tutti gli edifici pubblici, soprattutto scuole e ospedali, e di 30 Mbps in tutti gli altri luoghi.
L'Italia al momento è il secondo percettore di fondi di investimento strutturali, inclusi quelli della politica di coesione, con uno stanziamento di 44,7 miliardi di euro per il periodo 2014-2020. Di questi, 1,9 miliardi sono dedicati a investimenti nei servizi digitali e nella banda larga. Nel prossimo bilancio a lungo termine dell'Ue, la Commissione propone di assegnare al nostro Paese 43,5 miliardi di fondi della politica di coesione - dotazione finanziaria che registra un aumento di 8,5 miliardi nonostante un contesto di generale riduzione - con l'intenzione di sostenere una ripresa duratura della nostra economia.
Fonte : Repubblica